Benevento – Brindisi – Claudia – Sights

Apice

Castello dell’Ettore, di origine Normanna appartenente alla Contea di Ariano edificato sul punto più alto e strategico della collina da cui controllava il territorio circostante che confinava con il regno papalino di Benevento. L’edificio con pianta decagonale era circondato da spesse mura e contava quattro bastioni, ad oggi ne è visibile solo uno. Il castello oggi si presenta in buone condizioni, grazie ai numerosi lavori di ristrutturazione effettuati nel corso degli anni. Al suo interno ospita una mostra d’arte contemporanea e contadina, oltre alla cappella votiva con gli affreschi. Inoltre, in tale sede vengono organizzate numerose attività culturali ed eventi celebrativi come matrimoni civili ed gli ormai famosi Mercatini di Natale e serate medioevali.

Borgo di Apice Vecchia,  intorno al Castello si sviluppa il Borgo vecchio  che nasce circondato da tre fiumi: Miscano, Ufita e Calore ed è attraversato da due strade storiche: la Numincia e l’Appia che lo hanno reso un importante centro di sviluppo economico e sociale a partire dall’Impero Romano. Oggi è ribattezzato come “Pompei del 900” o come “Città fantasma” in quanto sembra che il tempo lo abbia congelato nelle tragiche scosse di terremoto del 1962 e del 1980. Una parte del borgo negli ultimi anni è stato rivalutato con diverse strutture ricettive e con diverse iniziative ricreative. Ultimamente è divenuta meta di curiosi, fotografi e registi cinematografici, come Pippo Mezzapesa, che ha deciso di girare qui il film “Il Bene Mio” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2018. 

Ponte Rotto, Il ponte Appiano soprannominato Ponte Rotto è un ponte che permetteva ai viandanti della via Appia di attraversare il fiume Calore. Sono rimasti solo tre piloni che sul loro andamento a schiena d’asino hanno visto passare i più grandi traffici commerciali e culturali che dall’Oriente arrivavano a Roma. Ancora oggi sui resti del ponte è possibile ammirare cornici decorate in laterizio e mensole in calcare.

Convento di Sant’Antonio da Padova, fu edificato nel 1530  da Ludovico da Fossombrone, così come è scritto su una lapide in marmi posta sulla parete sinistra della Chiesa. Sorge sulla collina di Santa Lucia a pochi metri dalla fonte miracolosa e dal Convento di San Francesco. Il Convento è costituito da una navata centrale, in cui vi è rappresentato San Francesco d’Assisi nel Perdono di Assisi e la Porziuncola, opera di Bernardino da Massa e da una navata laterale in cui vi è la tela ritraente Sant’Antonio da Padova, dipinto da una mano ignota. Il resto del convento è costituito da salette per i frati e dal chiostro che è posto al centro del Convento. Oggi ospita i Frati Cappuccini ed è meta di pellegrinaggi in occasione della “Tredicina”.

Museo Ornitologico, è situato in Piazza Municipio del Centro Storico di Apice. Raccoglie circa 500 specie di esemplari impagliati e di nidi raccolti in periodo post riproduttivo. Fa parte del museo anche al biblioteca scientifica di ornitologia. Nella stessa sala della biblioteca, vi è l’ovoteca (collezione di uova), la Emeroteca con riviste scientifiche di ornitologia italiana e la Videoteca con videocassette dell’avifauna.

Specialità Gastronomiche:

CICATIELLI CU PULIEIO: Cavatelli con il puleggio, una pianta aromatica simile alla menta, dall’odore aromatico molto intenso.

CARDONE: Piatto tipico apicese cucinato nel periodo natalizio. Il cardone è una pianta simile al carciofo ma con dei costoloni e delle foglie più grosse e più tenere. Viene servito in un brodo di pollo con polpettine di carne di vitello, formaggio, uova, e pinoli.

LA CECULIATA: E’ un secondo piatto tipico apicese, ed è composto da  carne di maiale fritta con peperoni e patate.

CAZZI MALATI: Sono dei dolcetti a forma di tarallini o tagliatelle a base di farina e mosto cotto. E’ un piatto tipico autunnale.

GLI ORTAGGI APICESI: Tra le specialità del paese  vi sono gli ortaggi. La tipicità degli orti Apicesi affonda le proprie radici nei secoli passati, in quanto il territorio di Apice sin dall’antichità era l’unico territorio della zona ad essere dotato un fazzoletto di terreno molto fertile e limaccioso costeggiante da un lato il fiume Calore Irpino e dall’altro un canale artificiale. Tale canale aveva una duplice funzione: sia far defluire l’acqua del fiume al mulino attraverso delle chiuse, sia consentire l’irrigazione dei campi “per caduta”, in un periodo storico in cui non vi erano pompe per pescare l’acqua direttamente dal fiume. Ogni anno si svolge La Sagra degli Orti apicesi. Questa iniziativa ha come scopo quello di valorizzare le aziende agricole locali, rispettando i cicli stagionali e dell’ambiente, proponendo al tempo stesso i prodotti tipici del territorio e promuovendo la salvaguardia del patrimonio agro-alimentare apicese.  Negli stand ci sono sia piatti a base di ortaggi, sia piatti a base di carne, tutti realizzati dalle famiglie dei contadini espositori secondo le tradizionali ricette locali. Alla sagra è stata poi aggiunta anche un’altra iniziativa, quella dell’Infiororto, che consiste nella realizzazione di quadri a tema componendoli con prodotti degli orti. Tutti possono essere protagonisti, partecipando in gruppo e divertendosi nella realizzazione di un tema caro riferito all’orto.

Mirabella Eclano

Parco Archeologico Aeclanum, Necropoli eneolitica, Museo dei Misteri in carta pesta, Chiesa Santa Maria Maggiore e Crocifisso ligneo del XII sec, Chiesa di S. Bernardino, complesso monumentale di S. Francesco, Museo del Carro.

Gesualdo

Castello di Carlo Gesualdo, Centro storico medievale, Chiese del borgo, Convento dei Cappuccini (Museo e cella di San Pio da Pietralcina)

Frigento

Panoramica Limiti, Cattedrale e il suo museo, Cisterne romane, museo civico, casa della cultura, palazzi e portali gentilizi, villa comunale, santuario del Buon Consiglio, Pietra del pesco

Bisaccia

Castello di Bisaccia dove all’interno si trova un museo con reperti di una principessa risalenti all’ottavo secolo a.c

A circa 10 km da Bisaccia si trova un museo etnografico( unico in europa)

Nelle vicinanze c’è un oasi del wwf (Diga Conza Della Campania) e altri Borghi medievali tra cui( Cairano e monteverde)

Lacedonia

Chiesa di Santa Maria Assunta, Chiesa di Santa Maria della Cancellata, Castello Pappagoda

Melfi

Castello di Melfi, Museo Archeologico Nazionale del Melfese Massimo, Pallottino, Chiesa Rupestre della Madonna delle Spinelle.

Specialità Gastronomiche:

Maccuarnar (nome dialettale della Maccaronara)  Cucinidd (agnello cucinato con pancetta, salsiccia, pomodori, cardi e uova)

Venosa

Castello di Venosa, Area Archeologica di Venosa,

Fontana Angioina.

Palazzo San Gervasio

Palatium Regium (Domus Federiciana o Castello Marchesale, Fontana del Fico antico ristoro dei Viandanti.

Gravina in Puglia

Cattedrale e soccorpo, Biblioteca Finja, chiesa museo Santa Maria del Suffragio detta Purgatorio, rione sasso Fondovito con complesso rupestre San Michele Grotte, affreschi chiese rupestri presso Museo Santomasi, Museo Santomasi, casa grotta museo etnografico e dello scavo con ipogei (sotterranei) e grotta Dea dei Serpenti, bastione medievale, chiesa rupestre Santa Maria degli Angeli, Ponte acquedotto viadotto, Chiesa rupestre Madonna della Stella, pianoro e zona archeologica Padre Eterno; bosco Difesa Grande; parco archeologico Botromagno (antica città greca Sidion e poi Romana Silvium via Appia) il più grande parco archeologico d’europa; Geoparco nazionale Alta Murgia; il Pulicchio di Gravina.

Palagiano

Chiesa Rupestre di San Simine in Pantaleo, Castello Stella Caracciolo

Taranto

Castello Aragonese, Ponte girevole, Cattedrale di Taranto – Duomo di San Cataldo, Museo Spartano di Taranto – Ipogeo Bellacicco, Museo Nazionale Archeologico.

San Giorgio Jonico

Palazzo Alberini-Caramia, il palazzo Alberini-De Siati ed il palazzo Imperio, Piazza Margherita che mostra un bellissimo mosaico pavimentale, villa Parabita ed il castello, Museo dei Mestieri in bicicletta.

Carosino

il Palazzo Ducale, Chiesa di San Francesco d’Assisi,  la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Oria

Centro Storico, Cattedrale Santa Maria Assunta in Cielo, Porta degli Ebrei.

Latiano

Castello, Torre del Solise, Polo Museale, Parco archeologico Muro-Tenente, Casa del beato Bartolo Longo, Chiesa matrice, Casa-museo Petrosillo-Ribezzi;

Mesagne

Castello Normanno Svevo di Mesagne, Chiesa di Santa Maria in Betlem, Porta Grande, Piazza Orsini,

Sito Archeologico di Vico Quercia.

Brindisi

Brindisi è una città che conserva molte testimonianze storiche ed artistiche del suo passato. Dall’età romana al medioevo, dal periodo barocco all’età contemporanea scavi archeologici e opere architettoniche mostrano la continuità nel tempo della vita della città, una città che per la sua posizione geografica si è sempre posta come “ponte” tra oriente ed occidente, permettendole di diventare luogo di scambio di culture oltre che di merci.

Questo tour in bici (ma lo si può fare anche a piedi), anche se non esaustivo, permette di cogliere gli aspetti salienti della storia della città.

Scalinata Virgiliana e Casa di Virgilio


La scalinata offre una spettacolare prospettiva sulle “colonne romane” che sono solitamente ritenute il punto terminale della Via Appia, esse sono invece il culmine di un’antica area monumentale di epoca romana; una delle due colonne, rovinò al suolo nel 1528 e i rocchi, rimasti incustoditi per circa cento anni, vennero donati nel 1657 dall’allora sindaco Carlo Stea alla città di Lecce per erigervi un monumento in segno di devozione a Sant’Oronzo, il quale aveva scampato la penisola Salentina da un’epidemia di peste.

La scalinata è intitolata al poeta Publio Virgilio Marone e deve questa denominazione perchè qui, secondo la tradizione, sorge l’abilitazione in cui dimorò il sommo poeta; di accertato e che Virgilio risiedette a Brindisi e qui cui morì nel 19 a. C.

Dall’esterno è possibile leggere un’epigrafe che commemora l’evento, mentre all’interno sono custoditi degli archi a tutto sesto.

Collezione Faldetta

La Collezione Archeologica Faldetta è ospitata all’interno della Palazzina Belvedere, situata alla destra della Scalinata Virgiliana (dando le spalle al mare). La collezione nasce da una raccolta archeologica, costituitasi nel corso di vari anni grazie alla passione del Presidente dell’omonima Fondazione costituitasi a Brindisi il 16 Ottobre 2002 dal Fondatore Sig. Salvatore Faldetta e mette a disposizione dei visitatori più di trecento reperti tra cui spiccano una ricca varietà di forme vascolari in ceramica micenea, corinzia, attica a figure nere, italiota a figure rosse, a vernice nera, bruna e rossa, in stile di Gnathia e ceramica di produzione messapica.

La collezione è stata donata al Comune di Brindisi, allo scopo di mettere a disposizione dell’intera collettività questo ricco patrimonio. Il percorso di visita si snoda tra il piano terra, il primo e il secondo piano della palazzina.

Palazzo Granafei-Nervegna


Palazzo Granafei-Nervegna è un cinquecentesco palazzo storico attualmente sede di alcuni uffici dell’Amministrazione Comunale di Brindisi. Il prospetto principale si presenta con uno stile tardo-rinascimentale con alcuni demandi che anticiperebbero lo stile barocco, soprattutto evidenti per quanto concerne gli elementi decorativi che si sviluppano sulle balaustre dei balconi. Al suo interno, oltre al capitello originale della colonna romana, sono custodite importantissime testimonianze archeologiche della Brindisi romana quali gli scavi di una domus che restituiscono parti di pavimentazione musiva.

Di fronte Palazzo Granafei-Nervegna, sottostante il Teatro Verdi, in Via Santi 1, si trova l’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni che presenta elementi e reperti dell’antica città di epoca romana. L’attuale nome è dovuto al nome del centralissimo quartiere che ospitava una chiesa dedicata all’omonimo santo e accoglieva gli abitanti di origine slava e albanese che furono protagonisti di un’immigrazione già dalla seconda metà del XV secolo.
La scoperta di questi reperti avvenne negli anni ’60 del secolo scorso quando furono abbattute alcune fatiscenti abitazioni con lo scopo di liberare l’area in cui si intendeva realizzare il nuovo Palazzo di Giustizia che fino ad allora era ospitato nel Palazzo Granafei – Nervegna; questi abbattimenti portarono alla luce resti della città medievale che però furono distrutti dalle ruspe dell’epoca. Fermati i lavori del cantiere, vennero svolti degli scavi sistematici ad opera della locale soprintendenza archeologica e al termine degli scavi si riportò alla luce un’insula della Brindisi di epoca romana.

All’interno di Palazzo Nervegna, al piano terreno, si trova anche l’ufficio informazioni turistiche Infopoint Brindisi

Loggia Balsamo

 La loggia è in realtà un balcone sorretto da mensole collocato sopra due arcate ogivali: le mensole sono riccamente scolpite con motivi allegorici.
Il Palazzo, risalente al XIV secolo, probabilmente era parte di edificio molto più grande che occupava tutto l’isolato. Si ritiene, ma senza alcuna conferma documentaria, che in questo palazzo vi fosse la zecca angioina, qui trasferita quando la casa dell’ammiraglio Margarito divenne troppo inadeguata alla funzione dell’opificio e agli inizi del XIII sec. fu ceduto ai frati francescani per erigere il loro convento (Chiesa di San Paolo Eremita).

Duomo

La basilica cattedrale di Brindisi fu consacrata dal papa Urbano II nel 1089 e completata nel 1143, pesantemente danneggiata dal terremoto del 1743 fu ricostruita tre anni dopo. Dell’impianto romanico (eretto nel periodo normanno tra il 1089 e il 1143) è rimasta la planimetria basilicale insieme ad un cornicione sostenuto da teste di elefanti sull’abside destra e frammenti di mosaico pavimentale.
La posizione odierna della facciata della chiesa è la stessa di quella originaria: tripartita verticalmente in fasce corrispondenti alle varie navate. Negli anni ’20 del secolo scorso la facciata fu completata con un timpano, sostituito poi nel 1957 da statue di San Teodoro, San Lorenzo, San Leucio d’Alessandria e San Pio X, sostituite a loro volta, con l’ultimo restauro avvenuto nel 2007,con altrettante statue in pietra leccese.

Museo Archeologico Francesco Ribezzo

Il Museo Archeologico “Francesco Ribezzo” fa parte del Polo Biblio-Museale di Brindisi, gestito dalla Regione Puglia, ha sede in Piazza Duomo, a pochi passi dalla Cattedrale di Brindisi, e vi si accede dall’antico portico dei Cavalieri Gerosolimitani o dei Templari

La sua collezione museale permette di ripercorrere le tappe fondamentali del popolamento dell’area brindisina a partire dal paleolitico superiore (12.000 a.C.) fino all’età romana con sezioni dedicate all’epigrafia, alla statuaria e all’archeologia subacquea e ai bronzi di Punta del Serrone. Nella sezione antiquaria i reperti sono presentati in base al materiale: bronzi, ceramiche dal VI al III secolo a.C., vetri, monete, terrecotte architettoniche.

Fontana dell’impero

Situata a ridosso delle antiche mura messapiche, questa fontana caratterizzata da linee essenziali e lineari, si trova in mezzo alle due scale laterali da cui si sale in piazza Santa Teresa, dove campeggia il monumento ai caduti. Fu costruita nel 1940 su disegno dell’architetto Iginio Grassi e realizzata in marmo verde delle Alpi e marmo nero della provincia di Brindisi. Sulla sommità presenta tre loghi, di cui al centro l’emblema dell’aquila, a sinistra lo stemma della città e a destra della provincia sulla facciata è apposta la scritta a caratteri cubitali:

«ANNO DOMINI MCMXL XVIII AB ITALIA PER FASCES RENOVATA VICTORIO EMMANUELE REGE ET IMPERATORE BENITO MUSSOLINI DVCE PROVINCIA F.F.»

Castello Svevo

È il più importante e antico castello della città, eretto per volontà di Federico II nel 1227 nella costruzione furono utilizzati materiali di edifici più antichi. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito numerose modifiche, le più importanti furono eseguite sotto il dominio dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nel XVI secolo.

Oggi è sede del Comando della Brigata Marina San Marco che ne cura la manutenzione e la conservazione. La visita si può effettuare su prenotazione.

Porta Mesagne

È la più antica porta d’ingresso di Brindisi. La porta medioevale fu realizzata nelle fondamenta dell’antemurale, fatto costruire in epoca romana da Marco Antonio, per la difesa della città da parte di terra. L’opera oggi visibile risale al 1243, quando l’imperatore Federico II di Svevia, nel suo progetto di allargamento ed inclusione dell’area urbana nella nuova cinta muraria, volle anche l’elevazione di una porta trionfale, come ingresso principale al centro urbano.

Adiacenti alla porta si trovano le vasche limarie (ingresso da via Cristoforo Colombo)Le vasche limarie sono delle cisterne di decantazione e sedimentazione delle acque provenienti da pozzi esterni alla città che, grazie alla naturale pressione, alimentavano alcune fontane della città; costituivano la parte terminale dell’acquedotto romano che portava l’acqua a Brundisium, attraverso un percorso in parte sotterraneo e in parte in elevato.


Bastione San Giacomo

Il Bastione S. Giacomo fu costruito durante l’età sveva allo scopo di includere la collina di levante all’interno della cinta muraria di fortificazione. Il torrione fu ristrutturato radicalmente nel XVI secolo dagli Aragonesi per ospitare le artiglierie. La costruzione si presenta con una pianta pentagonale e si erge su due quote differenti congiungendo il piano esterno (l’attuale Via Bastioni S. Giacomo) e la collinetta di levante; i cinque prospetti del bastione presentano altezze diverse per l’adeguamento strutturale al promontorio. Il Bastione, recentemente restaurato, è oggi sede di mostre e manifestazioni culturali.

 Porta Lecce – Chiesa del Cristo

 Porta Lecce, invece, costituisce il secondo accesso alla città e fu voluta da Ferdinando D’Aragona nel 1464, su di essa sono visibili tre stemmi : al centro è lo stemma dell’architetto militare Ferdinando Alarcone, a destra vi è l’emblema della città di Brindisi, a sinistra quello dell’Imperatore Carlo V.

Nelle immediate vicinanze della Porta si trova la Chiesa del Cristo o del Crocifisso. Eretta nel 1232 da frate Nicola Paglia di Giovinazzo, fu insediamento dei Domenicani.

Ha una facciata cuspidata a corsi alternati di pietre bianche e grigie, con coronamento d’archetti a scalea e un grande e ricco rosone inserito in epoca successiva: al suo interno sono custodite due tra le più notevoli sculture lignee dipinte del XIII secolo in Puglia: la Madonna in trono, opera di un intagliatore italo-francese e, all’altare maggiore, un Crocifisso di scuola tedesca.

 Chiesa della Santissima Trinità

La chiesa della SS Trinità o di Santa Luciaè sede di una delle più antiche parrocchie di Brindisi.

L’insediamento fu realizzato probabilmente al tempo di Federico II; la chiesa venne poi modificata fra il XV e il XVI secolo con la realizzazione degli archi che dividono le tre navate. In origine vi era annesso un monastero femminile di monache penitenti, dette “bianche” dal colore del loro abito, appartenenti all’Ordine di Santa Maria di Valleverde provenienti da Acri, di questo complesso oggi non restano più tracce.

La chiesa presenta all’esterno una facciata a capanna; all’interno un tempo era completamente affrescata e conserva ancora oggi interessanti resti di pitture murali risalenti al XIII e al XIV secolo. La cripta sottostante, risale agli inizi del XIII secolo, divisa in tre navate su quattro colonne con bellissimi capitelli corinzi, anch’essa presenta molti affreschi tra cui spicca una Vergine Kyriotissa (che dà la vittoria)di chiara influenza orientale.

 Chiesa e chiostro di San Benedetto

La chiesa di San Benedetto è un edificio di stile romanico, probabilmente esisteva già prima dell’XI secolo con l’annesso monastero delle Benedettine e fu largamente beneficato, sempre nel corso dell’XI secolo, da Goffredo, conte di Conversano e signore di Brindisi. Nel corso del tempo la struttura originaria è stata molto rimaneggiata ma conserva ancora molti tratti originari come un interessante portale incorniciato da una fascia intagliata a intrecci viminei, con architrave a figure appiattite con Scene di combattimento tra uomini e draghi (XI secolo). La ex sagrestia è adibita a sezione del Museo Diocesano dove sono esposte una statua settecentesca di San Benedetto in cartapesta, una tela con l’Assunzione della Vergine, forse del XVII secolo, una Madonna col Bambino (Madonna della Neve), pregevole scultura in pietra policroma recentemente attribuita all’ambito di Stefano da Putignano (inizi del XVI secolo).

Da questo locale si accede al grazioso chiostro quadrato dell’ex monastero, cinto da portico a quadrifore con colonnine poligonali e capitelli a stampella, alcuni dei quali figurati (XI secolo); nella parete che lo chiude a levante vi sono i resti del palazzo abbaziale di Santa Maria Veterana. Ricerche recenti hanno evidenziato resti di edifici di età romana.

San Giovanni al Sepolcro

Il tempio di San Giovanni al Sepolcro (nota anche come chiesa del Santo Sepolcro) è una chiesa romanica chiusa al culto, ma aperta al pubblico con visite guidate. Dal punto di vista architettonico, la particolare forma della chiesa riporta ai modelli, diffusi nell’Italia del medioevo, delle chiese circolari o di forma ottagonale (in questo caso assume una forma a “ferro di cavallo”). Queste ultime erano spesso ispirate alla Rotonda dell’ “Anastasis” e cioè dell’edificio circolare costruito, sempre nel medioevo, intorno al Santo Sepolcro a Gerusalemme, oggetto di secolare protezione da parte dei Crociati.

Scuole Pie

il complesso del ex-convento delle Scuole Pie si sviluppa nel cuore del centro storico cittadino con la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, caratterizzata dalla cupola a mattonelle policrome ed è attualmente utilizzata come auditorium o come spazio espositivo per mostre. Attualmente il complesso ospita la “Accademia degli Erranti”, un centro per servizi culturali.

Casa del turista

La Casa del Turista costituisce uno degli esempi più significativi della “stratificazione storica” della città di Brindisi.

A partire dai primi scavi, condotti nel 1999 e nelle successive campagne di scavo condotte nella zona del giardino retrostante la Casa Del Turista, sono venute alla luce importanti tracce di epoca medioevale ed ancor prima del periodo romano tra il II – III secolo d.C. e XIII – XIV secolo d C.

L’attuale stabile si sviluppa su tre piani e sul prospetto principale sono facilmente identificabili le varie manomissioni che la struttura ha subito nel corso del tempo, interessante è l’arco d’accesso all’edificio, un arco a sesto acuto, monco del supporto sinistro, composto da conci bicromi, dove sulla chiave di volta si identifica una croce patente in rilievo, probabilmente dell’ordine dei Templari. La casa del turista attualmente ospita anche la HD historical Library un’innovativa biblioteca di comunità, un luogo d’incontro adatto a tutte le età e ad ogni necessità: dallo studioso al turista, dalle scuole alle famiglie, dagli adulti ai bambini